- 01/12/2023
- Achille Zarlenga
- XVIII (2023), 2
- Recensione
Il libro di Stefano Bucciarelli, edito da ETS lo scorso anno, è un ritratto raffinato e pertinente di una personalità, quella di Mario Casagrande (1917-2011), che fa parte di una generazione di intellettuali in un certo senso unica poiché forgiata e temprata da due dei maggiori eventi della storia italiana del Novecento: il fascismo e la resistenza antifascista. Nonostante la forbice temporale non sia poi così ampia, sembra quasi che la memoria di quella stagione si sia progressivamente obnubilata, facendo dimenticare non solo la costellazione di figure e personaggi che l’hanno animata – provenienti spesso da ambienti differenti, cattolici, comunisti o liberali che fossero –, ma portando addirittura ad un revival di determinate ideologie avversate proprio da questa classe di intellettuali ‘impegnati’. Bucciarelli, nel suo studio, non fornisce dunque solo un profilo biografico e speculativo, ma ricostruisce altresì uno spaccato di storia italiana, e versiliese, di indubbio valore documentario che restituisce agli addetti ai lavori un peculiare scenario culturale e morale che può ancora oggi dirci qualcosa di significativo e necessario.