- 01/06/2014
- Giulio Azzolini
- IX (2014), 1
- Recensione
Forse il segreto del libro è racchiuso in una lettera. Non un pizzino trafugato. La lettera
in questione è l’alfabetica ‘e’. La ‘e’ che distingue e collega i due termini del titolo. Si
potrebbe scovare lì il movente dell’autore. Quel segno di giunzione chiamato a irretire,
sorprendendolo, il lettore. Tradendo una novità, semplicemente. Perché geografia e
filosofia non vanno a braccetto. Le unisce una relazione tutt’altro che passeggera, sì, eppure
le “trasmissioni accademicheˮ preferiscono ignorarla, eluderla, perfino negarla. Così va il
mondo? Non proprio. Così va l’Italia ai tempi dei rentier. Risale tuttavia agli anni Ottanta il
cosiddetto spatial turn, formula propagandistica per designare il ritorno dello spazio al rango
di problema cruciale per le scienze sociali e filosofiche.