- 01/06/2014
- Jacopo D'Alonzo
- IX (2014), 1
- Recensione
Dopo la pubblicazione della prima monografia in lingua italiana dedicata all’opera Giorgio
Agamben (Lucia Dell’Aia (a cura di), Scritti su Agamben, Ledizioni, Milano 2012), ha visto la luce
anche una breve, ma valida, introduzione di Carlo Salzani. Se già da qualche tempo il mondo
anglofono aveva mostrato un sempre crescente interesse verso la cosiddetta Italian Theory in
generale e ad Agamben in particolare, mentre nella terra che ha dato i natali all’una e all’altro
mancavano ancora degli studi che fossero di pari livello, con la pubblicazione di Salzani si può
finalmente constatare una netta inversione di marcia. D’altronde Salzani conosce bene gli studi
americani su Agamben dal momento che partecipò alla redazione di quello che è divenuto ormai
un punto di riferimento internazionale ed imprescindibile per gli studiosi di questo autore, ossia
l’Agamben Dictionary (A. Murray, J. White (eds), Edinburgh University Press, Edinburgh 2011).
Agamben (Lucia Dell’Aia (a cura di), Scritti su Agamben, Ledizioni, Milano 2012), ha visto la luce
anche una breve, ma valida, introduzione di Carlo Salzani. Se già da qualche tempo il mondo
anglofono aveva mostrato un sempre crescente interesse verso la cosiddetta Italian Theory in
generale e ad Agamben in particolare, mentre nella terra che ha dato i natali all’una e all’altro
mancavano ancora degli studi che fossero di pari livello, con la pubblicazione di Salzani si può
finalmente constatare una netta inversione di marcia. D’altronde Salzani conosce bene gli studi
americani su Agamben dal momento che partecipò alla redazione di quello che è divenuto ormai
un punto di riferimento internazionale ed imprescindibile per gli studiosi di questo autore, ossia
l’Agamben Dictionary (A. Murray, J. White (eds), Edinburgh University Press, Edinburgh 2011).