La dialettica, gli opposti, i distinti e la questione del non essere. Le lettere tra Vladimiro Arangio-Ruiz e Luigi Scaravelli sul Sofista di Platone

Vladimiro Arangio-Ruiz (1887-1952) fu una figura singolare di studioso: grecista e filosofo, nella Firenze negli anni precedenti la Grande guerra fece parte di quella cerchia di giovani intellettuali (Renato Serra, Emilio Cecchi, Giovanni Amendola, Enrico Corradini, Giannotto Bastianelli, oltre ai più intimi Carlo Michelstaedter e Gaetano Chiavacci), che contribuirono al rinnovamento della cultura italiana. Un ambiente che in parte anche Luigi Scaravelli, più giovane di qualche anno (era nato nel 1894), frequentò fino all’inizio degli anni Trenta, quando si trasferì prima a Roma, per lavorare al neonato Istituto Italiano di Studi Germanici e poi, proprio come Arangio-Ruiz, negli Istituti di cultura italiana all’estero. Ritornato in Italia all’inizio degli anni Quaranta, Scaravelli vi ritrovò Arangio-Ruiz.