- 01/04/2008
- Sara Campanella
- IV (2008)
- Recensione
Nel gennaio del 1903 otto ampi fogli di carta a mano di Fabriano dall’eccentrica veste grafica irrompono ‘iniziaticamente’ sulla scena filosofica italiana. Si tratta di una rivista dal nome augurale di «Leonardo» (L) costituita da «un gruppo di giovini, desiderosi di liberazione, vogliosi di universalità, anelanti ad una superior vita intellettuale [che] si son raccolti in Firenze (…).» (L, I, 4gen., 1903). Questa, che per Giovanni Papini –suo principale ideatore- doveva essere «la cartuccia delle troppo attese demolizioni, il getto e lo zampillo arcobalenante dei pensieri più temerari»(G. Papini, un uomo finito, Ponte alle Grazie, Firenze, 1994, p.73), fu impresa tanto esuberante quanto effimera. Solo cinque anni dopo sotto i colpi della sua eterogeneità e inconcludenza interna ben ammantata, però, dall’eroica veste di una kalos thanatos, la rivista chiude i battenti: «Il Leonardo nostro, quello che tutti conoscono odiano o amano, scompare oggi per nostra volontà e per sempre[…]. Il Leonardo è costretto a sparire perché troppi si interessavan di noi» (L, XXV, ago., 1907, pp.258-259). Tuttavia il fenomeno fiorentino, involuto nella paralisi da eclettismo, è stato per certi aspetti una eco, a tratti feconda, di un movimento di portata ben più vasta come il pragmatismo americano di matrice jamesiana e peirceana. È sotto questa direttrice che il volume in oggetto, pubblicato per i tipi di Alboversorio nella collana Pragmata diretta da Carlo Sini, si propone di indagare i ‘pensieri’ dei leonardiani. Per i curatori del libro uno studio sul Pragmatismo italiano si inscrive nell’utilità che ancora ai nostri giorni il pragmatismo suggerirebbe come «alternativa filosofica capace di conservare allo stesso tempo le esigenze di precisione proprie del pensiero analitico e quelle di totalità di significato tipiche del pensiero ermeneutico» (p.14). Come ricorda l’introduzione di G.Maddalena e G.Tuzet, la raccolta di questi tredici saggi, certamente senza pretese esaustive, si configura come uno tra rari contributi di studiosi di pragmatismo, italiani e stranieri, che si sono dedicati a tale ricerca in quanto pragmatisti. Si tratta, infatti, di un primo esito dell’attività dell’Associazione Pragma volta allo studio delle tematiche pragmatiste, sorta ad opera di R.M. Calcaterra, C.Sini, R.Fabbrichesi e G.Maddalena nella rete dei dipartimenti di filosofia di Roma Tre, Milano, e dell’Università del Molise.