Recensione a F. S. Trincia, Husserl, Freud e il problema dell’inconscio, Morcelliana, Brescia 2008

«La filosofia, se per filosofia s’intende non tanto la tradizione filosofica in senso stretto (che pure in parte Freud conosceva: Aristotele, Platone, Nietzsche, Schopenhauer, Kant) ma il pensiero filosofico, la concettualità, non è qualcosa che dialoga con la psicoanalisi ma è interna alla psicoanalisi. Il dialogo c’è soltanto se uno si dedica all’operazione vagamente inutile ed anche inutilmente drammatizzante di polarizzare quello che non è polarizzabile né in termini storici né in termini teorici: non c’è soltanto un contenuto concettuale comune […] ma c’è l’internità della dimensione del pensare ad una scienza che non è filosofica e che tuttavia del pensare considerato nella sua componente pura (ciò che noi chiamiamo nel nostro linguaggio filosofia) non può fare a meno e di fatto non fa a meno. Da questo credo si dovrebbero prendere le mosse per riprendere poi la questione di che cosa oggi si debba dire di questo che non è, ripeto, un dialogo tra poli ma è una sorta di auto-riflessione della psicoanalisi su se stessa e della filosofia su se stessa, essendo però psicoanalisi e filosofia co-originariamente appartenentisi».