Recensione a C. Botti, Madri cattive. Una riflessione su bioetica e gravidanza, Il Saggiatore, Milano 2007

Il volume di Botti si presenta come una voce distinta nel dibattito bioetico italiano. Da una parte per l’attenzione che l’autrice pone all’interazione tra filosofia, femminismo e bioetica ed il modo in cui essa diventa un’interazione fertile così da offrire una riflessione ricca ed accurata della gravidanza e del parto ed avanzare una particolare visione del soggetto morale e di nozioni centrali per la morale, quali l’autonomia e la responsabilità. Dall’altra, per il particolare tema che introduce e che sviluppa nella direzione di riconoscere alla donna la capacità di agire in qualità di soggetto morale. La tesi centrale del volume, infatti, è che di gravidanza e parto si parla in genere ed anche nella letteratura bioetica poco o male e che per poter sviluppare un’analisi adeguata su tali esperienze occorre riconoscerle come ambiti della sfera umana in cui si danno dilemmi morali ed in cui sono le donne le agenti principali delle scelte responsabili.