- 01/04/2008
- Amedeo Vigorelli
- IV (2008)
- Saggio
Il saggio di Amedeo Vigorelli affronta un tema molto dibattuto, con l’intento di riprenderlo – a 70 anni dalla morte di Antonio Gramsci – per metterlo definitivamente in chiaro. Il tema è il rapporto di Gramsci con la filosofia italiana, più precisamente con quella di Croce e Gentile, rispetto alla quale il fondatore del partito comunista italiano è stato per lo più inteso come debitore. E’ proprio l’originalità di Gramsci che Vigorelli vuole far risaltare. Il suo discorso si svolge in polemico contrappunto soprattutto con l’interpretazione che Augusto Del Noce ha dato della gramsciana “filosofia della prassi”. L’autore indica i punti nei quali Gramsci si distingue da Gentile e da Croce e, dopo aver rimarcato la differenza, più brevemente riferisce la pars construens della sua filosofia, contenuta nell’undicesimo Quaderno e riguardante la natura e funzione del linguaggio e il rapporto tra filosofia e senso comune. Il lavoro di Vigorelli ha di mira la delineazione del profilo di Gramsci come di un «genio solitario … forse l’unico o certo il maggiore pensatore originale nel marxismo del novecento».