- 01/04/2008
- Alessandro Aprile
- IV (2008)
- Recensione
Fu il barone Friedrich von Hügel (1852-1925) a definire “anni terribili” quelli della crisi modernista e mai aggettivo fu più indicato per descrivere il clima che contraddistinse il primo decennio del secolo scorso. Anni di scomuniche, di conversioni e di rigido controllo ecclesiastico promosso dall’enciclica Pascendi Dominici gregis che nel 1909 condannò quello che, più che un movimento univoco ed organizzato, fu un’aspirazione culturale e religiosa profonda che si declinò in gradi e significati diversi a seconda dei suoi promotori. Non è pertanto un caso che alcuni dei principali esponenti del “modernismo” abbiano lasciato delle loro memorie, quasi a voler marcare la loro vicenda personale in quegli anni ed affermare il dovere-diritto di stabilire come si fossero svolti i fatti che li riguardarono, evitando superficiali e omologanti versioni. Tra le più importanti si ricordano: Pellegrino di Roma di Ernesto Buonaiuti (1881-1946), Memorie di un modernista di Salvatore Minocchi (1869-1929) e le Mémoires pour servir à l’histoire religieuse de notre temps di Alfred Loisy (1857-1940).