- 01/04/2007
- Stefania Pietroforte
- III (2007)
- Intervista
La storia delle idee non è avara di sorprese, spesso affidate a ritrovamenti di materiale insospettato. E’ questo il caso anche dei Principi di politica (1806) di B. Constant, manoscritto che solo a distanza di 180 anni è riemerso dal luogo dove giaceva dimenticato. Oggi quest’opera, capace di dare se non un volto nuovo certo un carattere più vigoroso al pensiero politico di Constant, è stata tradotta in italiano e viene presentata con un corredo di studio importante da parte del suo curatore. E’ proprio il curatore, Stefano De Luca, che nell’intervista mette in luce il significato di questa nuova acquisizione sia da un punto di vista storiografico che, ancor di più, da un punto di vista teorico. Il liberalismo di Constant ne emerge come un pensiero al quale sarebbe utile attingere tutt’oggi, per la capacità di anticipare problemi teorici e politici che esso ha avuto e per la grande saggezza con la quale il suo autore ha saputo coniugare la riflessione concettuale e l’esperienza pratica. Il lettore può trovare in questa intervista non solo una riconsiderazione complessiva di Constant che De Luca fa alla luce dell’opera ritrovata e che ne mette in risalto la qualità di pensatore “sistematico” che a Constant non era stata finora riconosciuta, ma anche alcun osservazioni in merito all’edizione italiana e alla traduzione che mostrano lo spessore teorico e la cura che hanno caratterizzato questo lavoro.