- 01/04/2006
- Pierluigi Valenza
- II (2006)
- Recensione
Questo lavoro di Paolo De Lucia trae meritoriamente fuori dal cono d’ombra molteplici momenti del dibattito nella filosofia italiana del secondo Ottocento sul senso della filosofia di Hegel, più in generale sul senso complessivo della filosofia classica tedesca della quale anche al di fuori dell’Italia, almeno fino al ritorno al kantismo, la filosofia di Hegel era stata vista come culmine e sintesi, e in rapporto a questa sul senso della filosofia italiana all’interno dello sviluppo del pensiero moderno. Nelle discussioni e nelle polemiche tra hegelisti ortodossi ed hegelisti critici la filosofia italiana dei primissimi anni del regno unitario fa il punto su se stessa e sul suo rapporto con il pensiero europeo, volta a volta in termini di opposizione o di continuità, assumendo in questo come riferimento fondamentale i maggiori pensatori della prima metà dell’Ottocento, Rosmini e Gioberti. Questo riferimento alle prospettive di pensiero di Rosmini e Gioberti guida, come chiave di lettura, l’analisi che De Lucia fa della filosofia italiana in un arco di tempo che va da Spaventa a Gentile, con un intento programmatico che l’Autore formula in questi termini: «Questo libro si propone appunto di accertare se ed in che misura tali prospettive, di ordine metafisico e religioso, hanno influito sulla costituzione dei sistemi di pensiero dei principali hegeliani d’Italia, nell’arco cronologico che va da Spaventa a Gentile; se, cioè, detti sistemi rappresentino unicamente altrettante varianti dell’idealismo trascendentale sorto in terra tedesca, o viceversa si facciano portatori anche di istanze ontologiche e trascendentistiche che riprendano in qualche modo le tradizioni metafisiche e religiose del pensiero italiano» (pp. 15-16). Che la verifica della tesi svolta lungo i sei capitoli che compongono il libro approdi al secondo corno dell’alternativa è preannunciato nello stesso sottotitolo (Metafisica e religione nel pensiero degli hegeliani d’Italia) e fissato in sede bilancio, con un’apertura alle propaggini di questa stagione nel pensiero novecentesco italiano: «nell’orizzonte teoretico degli hegeliani d’Italia, le prospettive filosofiche riconducibili alla tradizione metafisica e religiosa, hanno interagito con l’ispirazione idealistica del loro pensiero, animandolo di un’istanza trascendentistica, la quale – in epoca successiva – si renderà evidente in quegli esiti spiritualistici dell’attualismo, riconoscibili nel pensiero di filosofi come Armando Carlini, Augusto Guzzo, Michele Federico Sciacca, Luigi Stefanini, Felice Battaglia» (p. 187).