- 01/12/2016
- Federica Buongiorno
- XI (2016), 2
- Recensione
L’ultimissima produzione di Roberto Esposito potrebbe essere descritta, riprendendo e
riadattando la nota distinzione – elaborata da Eugen Fink – tra concetti operativi e concetti
tematici, suddividendola in due filoni: uno di testi “operativi” – che comprenderebbe libri come,
per citare i più recenti, Due (Einaudi 2013) e Le persone e le cose (Einaudi 2014) – e uno di testi
“tematici”, come Pensiero vivente (Einaudi 2010) e, appunto, Da fuori. Intendo dire che, se con la
prima tipologia di testi Esposito definisce le categorie costitutive della sua proposta filosofica,
con la seconda egli mette a tema alcune grandi questioni storico-filosofiche sulle quali le categorie
“operative” intervengono in funzione interpretante.