- 01/12/2016
- Giuliano Guzzone
- XI (2016), 2
- Recensione
A ispirare e motivare la più recente monografia di Marcello Mustè, intitolata La prassi e il
valore. La filosofia dell’essere di Felice Balbo, è la persuasione, dichiarata dall’autore sin dalla premessa, che rimanga «ancora un grande lavoro da fare per comprendere sul serio l’importanza […] di Balbo nella cultura filosofica italiana del Novecento» (p. 7). Nei cinquant’anni appena trascorsi
dalla pubblicazione delle Opere, il dibattito sulla filosofia di Balbo, il cui avvio può essere fatto
coincidere con l’intervento di Del Noce del 19711, è venuto arricchendosi di contributi, anche di
carattere monografico, che hanno esplorato, non senza apporti critici di rilievo, aspetti
fondamentali, ma circoscritti, del suo pensiero: l’apertura alla filosofia americana e, in particolare,
al pragmatismo deweyano, l’interpretazione e la critica del marxismo, le affinità e le divergenze
con Franco Rodano, la filosofia dell’essere, l’incontro con il personalismo.