Recensione a G.W.F. Hegel, Il bisogno di filosofia (1801-1804), a cura di C. Belli e J.M.H. Mascat, Prefazione di P. Valenza e Postfazione di P. Vinci, Mimesis,Milano-Udine 2014

«Quando la potenza dell’unificazione scompare dalla vita degli uomini e le opposizioni
hanno perduto il loro rapporto vivente e la loro azione reciproca e guadagnano l’indipendenza,
allora sorge il bisogno della filosofia». È un pressoché sconosciuto Hegel, esordendo nell’agone
filosofico e accademico tedesco nel 1801 – nel campo aperto dal postcriticismo kantiano, dopo il
polverone suscitato dal cosiddetto Atheismusstreit attorno alla filosofia fichtiana, e quando stavano
per farsi espliciti i punti di rottura (che Hegel con la strategica pubblicazione della sua prima
monografia contribuì ad indicare) tra i fino ad allora “alleati” Fichte e Schelling -, quello che
scrive queste parole nell’introduzione della sua Differenzschrift, marcando ciò che egli stesso e molti dei suoi contemporanei avrebbe definito epoca