Recensione a G. Sasso, Storiografia e decadenza, Viella, Roma 2012

Sotto il titolo Storiografia e decadenza Gennaro Sasso ha raccolto sei saggi, pubblicati dal 2005 al
2011 sulla rivista “La Cultura” (eccetto quello dedicato a Santo Mazzarino, apparso in “Mediterraneo Antico”). Il filo che li unisce può essere trovato sia nel primo che nel secondo dei due termini che compongono il titolo. Si tratta, infatti, di saggi dedicati a storici e a opere storiografiche: vi ricorrono i nomi, oltre che di Croce e Gentile, di Federico Chabod, di Santo Mazzarino, di Delio Cantimori, e ancora di Eugenio Di Rienzo, di Hayden White, di Carlo Ginzburg, e di molti altri ancora, grandi e meno grandi, le cui opere vengono analizzate, con un’attitudine alla ricerca della coerenza tipicamente filosofica, per dare conto, nei primi quattro interventi, della «varia fenomenologia del revisionismo», e negli ultimi due, «dell’idea di decadenza» (p. 8 [il numero di pagina senza ulteriori indicazioni significa che si cita da questo volume]).