- 01/04/2011
- Massimiliano Biscuso
- VII (2011)
- Recensione
Loretta Marcon ha ormai al suo attivo diversi lavori dedicati a Giacomo Leopardi; si è soffermata in particolar modo sulla lettura – precoce ma con effetti duraturi nel tempo e perciò ritenuta a ragione assai importante per la maturazione del pensiero del Recanatese – di due scritti
veterotestamentari, il libro di Giobbe e l’Ecclesiaste (mi riferisco alle due monografie uscite
entrambe per Guida: La notte oscura dell’anima: Giobbe e Leopardi, 2005, e Qohélet e Leopardi: l’infinita vanità del tutto, 2007). Nelle sue ricerche la studiosa segue una linea interpretativa che, al di là delle apparenze, gode in Italia di una duratura fortuna e di un consenso non piccolo: una
interpretazione che abbiamo in altra sede definito “moderata”, in quanto negatrice della radicalità
ateistica e materialistica del pensiero leopardiano.