Recensione a G. Gentile, Discorsi parlamentari, Il Mulino, Bologna 2004

Gli interventi parlamentari di Giovanni Gentile, raccolti in questa edizione dell’Archivio
Storico del Senato, tradiscono una condizione psicologica permanentemente disposta
all’autodifesa. Come l’apologia socratica, l’oratoria politica del filosofo di Castelvetrano si
sviluppa insistentemente su una linea di fronteggiamento di attacchi riservati a specifiche peculiarità della riforma scolastica, ma percepiti dal suo redattore come interferenze al libero svolgimento del proprio percorso teorico, pragmaticamente risolto in legge dello Stato, da parte dei nemici della filosofia. La lettura degli interventi gentiliani offre agevolmente la possibilità di rintracciare due raggruppamenti: i discorsi del ministro Gentile a difesa della riforma, e i discorsi del politico-filosofo a difesa di quel che della riforma non è stato, nonché del processo di fascistizzazione della nazione. Un oratore poco compreso, o poco amato dai suoi colleghi, che sovente lo interrompono, lo irridono o talvolta lasciano trasparire insinuazioni poco generose. Gli interventi di Gentile sono pochi, alcuni molto brevi, e nel complesso sottodimensionati rispetto all’immensa attività pubblicistica e di organizzazione della cultura da lui portata avanti in Italia.