- 01/04/2010
- Emanuela Giacca
- VI (2010)
- Recensione
Uscito nel 2009 per Meltemi Editore, che ha intrapreso la pubblicazione delle Opere complete di
Gianni Vattimo, questo agile volume annuncia già nel titolo, volutamente icastico, definitivo, la
paradossalità della proposta che vi si condensa. E di tale paradossalità è consapevole l’Autore, che
vi allude, quasi distrattamente, in apertura: «Addio alla verità: così potremmo esprimere, in maniera
più o meno paradossale, la situazione della nostra cultura attuale, sia nei suoi aspetti teorici e
filosofici, sia nell’esperienza comune» (p. 7). In cosa consiste, di preciso, il paradosso da Vattimo
associato all’espressione che dà il titolo al suo libro? A tutta prima sembrerebbe trattarsi della
paradossalità accessoria, sottile, scaturente dal curioso gioco di parole innescato dai due termini
che la strutturano. Gioco sottaciuto, pressoché involontario: il gioco di dire addio a una verità di
cui si nega la stessa consistenza metafisica e che in quanto tale, perciò, non sussisterebbe affatto,
o almeno, non sussisterebbe “più”